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Sgombro


Sgombro                                                                     <<torna indietro

Nome scientifico: Scomber scombrus

Nome dialettale: Scurmu, scambirru, scurmiru

Descrizione: Corpo slanciato, fusiforme a sezione quasi circolare, bocca grande con una fila di dentini aguzzi, occhio rivestito di due palpebre trasparenti; due pinne dorsali, seconda seguita da cinque pinnule, pinna anale opposta alla seconda dorsale e seguita cinque pinnule; pinne ventrali e pettorali piccole. Coda bilobata ed appuntita. Colorazione del dorso azzurro verdastro con striature di colore nero, fianchi e ventre di color bianco argenteo. Dimensioni medie attorno ai 25 cm , raggiunge anche i 40- 50 cm Lo sgombro è un pesce gregario, ma spesso caccia individualmente; si nutre in primavera di pesci e cefalopodi. Durante il periodo riproduttivo, da maggio a luglio, digiuna poi successivamente inizia nuovamente a nutrirsi di piccoli pesci, specialmente di sardine e spratti. Depone le uova in estate. Raggiunge la lunghezza di 50 cm , ma le dimensioni degli sgombri pescati variano tra i 20 e i 40 cm.

Riproduzione: Ha inizio in primavera e si protrae fino a Maggio/Giugno.

Area di pesca: Mediterraneo e Mar Nero; anche nell'Atlantico orientale. dal Mar Bianco alla costa africana fino al 26° . Specie pelagica e migratoria.

Stagionalità: Si pesca in particolare dalla primavera all'autunno.

Sistemi di pesca: Si cattura principalmente di notte con reti a circuizione impiegando fonti luminose (lampare o ciancioli). Lo sgombro viene pescato anche con reti da posta e con reti da traino pelagico (volanti) e abbocca facilmente anche alle esche dei pescatori sportivi. Le maggiori catture si riscontrano, oltre che in Sicilia, in basso Adriatico e nel Tirreno.

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